6 mars 2015
[Souviens-moi, en version italienne —
Ricordarmi di, chez L’orma editore.]

Il y a trois semaines, Souviens-moi est paru en Italie. C’est l’œuvre d’une petite maison d’édition indépendante, L’Orma editore, fondée en octobre 2012 à Rome par Lorenzo Flabbi & Marco Federici Solari. Dans leur catalogue en devenir, des vivants et des morts, des Italiens ou pas, des patrimoniaux et des contemporains : E.TA. Hoofmann, Fernando Pessoa, Italo Svevo, Antonio Gramsci, Bernard Quiriny, Günter Wallraff ou Annie Ernaux. Bref, une deuxième vie en VI (Version Italienne) et en bonne compagnie.

La traduction de haute voltige a été ciselée par Massimiliano Manganelli & Eusebio Trabucchi.
Un petit aperçu en cinq fragments :

Di non dimenticare che a forza di spaccare noci con una testata sul tavolo della cucina per far scoppiare a ridere i miei figli, all’indomani di una cena in cui si era bevuto generosamente mi sono trovato, oltre alla bocca molto impastata, una piccola crosta sanguinolenta tra le sopracciglia, esattamente nel posto che numerose saggezze dell’estremo Oriente consacrano al terzo occhio.

Di non dimenticare che, agli occhi di trippai e veterinari, il cervello d’agnello rientra organicamente nella categoria delle frattaglie, tanto quanto il fegato di vitella et il rognone, mentre teologi e critici letterari, dal canto loro, preferiscono distinguere le alte opere cerebrali dalle basse opere viscerali.

Di non dimenticare quell’ultima passeggiata con mia madre, tra Belleville e Stalingrad, qualche mese prima della sua morte, noi due, a braccetto in mezzo a un corteo che reclamava la regolarizzazione in massa dei  migranti del lavoro, quando io, alzando la voce tra la folla, avevo aggiunto allo slogan rituale – «Documenti per tutti!» – un inedito colpo di coda: «O tutti senza documenti!», che mi era valso dapprima una smorfia di lieve riprovazione materna, e poi, appena intorno fu ripresa quella nuova parola d’ordine, un lampo di complicità maliziosa nei suoi occhi.

Di non dimenticare che presto saranno trent’anni che vivo con la stessa donna, senza PACS sottoscritti né anelli scambiati, e che questo amore porta il nome oggi fuori moda di unione libera.

Di non dimenticare Aleksandar, un editore alternativo di Belgrado che, stufo di essere rinchiuso entro i confini di una Iugoslavia ridotta alla sua più semplice espressione serbo-serba, ha finito per concedersi un visto senza ritorno per l’Italia dove, secondo le ultime voci, è diventato pizzaiolo in riva al mare.

En ce qui concerne ce dernier fragment, pour ceux qui voudraient comparer avec la version française, ils auront le choix entre le texte originel publié aux éditions de l’Olivier…

De ne pas oublier Aleksandar, cet éditeur alternatif de Belgrade qui, las d’être enfermé dans les bornes étroites d’une Yougoslavie réduite à sa plus simple expression serbo-serbe, a fini par se payer un visa sans retour pour l’Italie où, selon les dernières rumeurs, il est devenu pizzaïolo en bord de mer.

Et une autre version, plus originale, établie par la traduction automatique de Google :

Sans oublier Aleksandar, une alternative éditeur de Belgrade, malades être confiné dans les frontières de la Yougoslavie réduite à sa plus simple expression de la Serbie-serbe, terminé profiter d’un visa sans retour en Italie où, selon les dernières rumeurs, la pizza est devenu par la mer.

Quant aux premières « recensioni » dans la presse transalpine, c’est ici ou ou même ailleurs.

Pour faire circuler ce texte, le lien est ici même